15 luglio 2009
 
Tardo pomeriggio di un giorno di metà luglio, il cielo è sereno e il sole regala un caldo afoso di quelli che ti fanno capire che è proprio estate. Un viaggio in macchina di poco più di un'ora per raggiungere la meta, Piombino: città del sud della Toscana che si affaccia sul mare. In programma un concerto della Treves Blues Band, il mio primo concerto blues. Arrivo a Piombino giusto in tempo per mangiare un panino e raggiungere il luogo dello spettacolo. Dal centro della città, mi dirigo verso la location "Il Rivellino". E così, dalla strada, in lontananza scorgo una costruzione antica come una piccola fortezza fatta di mattoni e con torri alte almeno 10 metri, e all'ingresso noto delle persone, una delle quali indossa un caratteristico cappello da bluesman: non v'è dubbio è quello il luogo del concerto. Mi avvicino all'ingresso e riconosco quelle persone: è la BAND al completo! Un poco nascosto scorgo anche Fabio Treves, con cui mi scambio un'occhiata veloce... ed entro per trovare una sistemazione. All'interno della costruzione "Il Rivellino", un palco semplice, essenziale, con gli strumenti già sistemati. La platea è stata allestita con sedie, elemento che rende l'atmosfera molto "elegante", quasi più da club che da concerto... ed è la conferma a un'idea che avevo già nella mia testa: il blues come musica da ascoltare seduti, per assaporarne ogni vibrazione, piuttosto che da ballare... quindi mi guardo intorno e con mia amara sorpresa scopro che i posti son quasi tutti occupati, così finisco nella fila di sedie accanto alla "regia"... non credo che potrò godermi molto da lì... ma staremo a vedere... Mancano ancora alcuni minuti all'inizio dello spettacolo e decido di andare a "conoscere" Fabio e la Band. Mi presento, gli stringo la mano ed è un'emozione molto grande... sì una situazione del tutto singolare... la voce di Fabio Treves che finora ho potuto ascoltare solo dalle cuffie della mia radio streaming adesso la posso "sentire" con le mie orecchie... e quel volto visto nelle tante foto sparse sul web adesso lo posso vedere con i miei occhi. Piacere reciproco nel conoscerci di persona dopo mesi e mesi di saluti scambiati via email nell'appuntamento settimanale di Life In Blues... Si parla di vacanze e concerti in programma ad Agosto e mentre parliamo Fabio mi presenta il chitarrista, Alex "Kid" Gariazzo. Si avvicina l'ora X, quindi prendo posto sulla mia seggiolina accanto alla regia. Si spengono le luci nel Rivellino e dopo pochi istanti si illumina il palco. Vibrazioni sublimi emanano già da quell'atmosfera: le luci blu che si infrangono sullo sfondo della scena, composto semplicemente dalla parete in mattoni della "rocca" che con la sua superficie discontinua crea un meraviglioso gioco di luci ed ombre, un effetto semplice e sofisticato allo stesso tempo: un effetto... blues. E così inizia il concerto. Fabio Treves presenta la band e il gruppo inizia a suonare un blues molto soft... bel sound e avvincenti virtuosismi di armonica. Ascolto assorta ogni pezzo per la prima mezz'ora, ma sento che mi manca qualcosa, eh sì, ho come l'impressione che per poter cogliere tutto ciò che viene dal blues sia necessario anche poter vedere i musicisti con i loro strumenti e leggere sul loro viso le emozioni che sentono mentre stanno suonando. Decido di avvicinarmi, mi siedo per terra, a pochi metri dal palco, in mezzo ad altra gente. Non c'è proprio paragone. Le vibrazioni che si percepiscono da lì sono davvero intense. Vedere le espressioni assorte dei musicisti, i loro occhi chiusi, le mani che si muovono lungo le corde della chitarra e del basso, i loro corpi che si muovono istintivamente al suono della musica che loro stessi stanno facendo... ragazzi, che emozione... E proprio mentre sono lì, la band si esibisce in un blues firmato Treves Blues Band, un pezzo molto lento e davvero coinvolgente, dove si sentono non solo il blues che anima gli interpreti, ma anche la loro preparazione tecnica e soprattutto la loro intesa nell'improvvisazione... pura magia... mi volto a guardare la gente seduta accanto a me ed è sorprendente  leggere sul loro volto emozione e coinvolgimento, vedere che proviamo tutti quanti le stesse sensazioni, come un viaggio collettivo di anime nell'iperuranio della musica... emozioni queste che si provano solo lì, davanti al palco, tutti vicini e tutti seduti sullo stesso suolo... così  stranamente diverso dalla "freddezza" e dal "distacco" che si avvertono invece stando seduti ognuno sulla sua sedia, dove puoi permetterti solo di battere le mani o di tenere il tempo con i piedi... Il concerto continua alternando la musica alle simpatiche battute del Puma di Lambrate, che si diverte a prendere in giro bonariamente i suoi compagni d'avventure... Momenti che mi sono rimasti impressi sono il blues acustico interpretato da Fabio all'armonica e Alex alla chitarra acustica, senza amplificatori e microfoni... note "genuine" che s'insinuavano delicate tra il pubblico arrivando fino all'ultima fila (dove ero seduta io), e portavano a tendere l'orecchio e a sporgersi un po' in avanti per sentire bene, risvegliando l'attenzione di ogni singolo spettatore. E poi gli assoli dei vari componenti, tra cui quello più avvincente e per me il più inaspettato è stato il pezzo eseguito da Massimo Serra, il batterista, che ha tentato in tutti i modi di coinvolgere il pubblico, riuscendo nell'impresa solo alla fine del suo intervento; poi "Walking blues" di Robert Johnson suonata da Alex alla chitarra steel (si dice così, vero?) , e la suggestiva rievocazione del rumore del treno nel "Traintime blues" eseguito all'armonica da Fabio Treves. Un mix di emozioni, di allegria e leggerezza, ma anche di profondità e tristezza in questo primo concerto blues a cui assisto. Mai avrei pensato che la musica potesse farmi provare estasi e malinconia nello stesso tempo; invece è proprio questa la magia del blues: momenti tanto intensi da farti quasi perdere il contatto con la realtà e poi l'improvviso cambio di tono e di ritmo che ti riportano di colpo nel qui-e-ora, risvegliandoti da quel piccolo sogno... Un'esperienza magica che mi ha fatto sentire "viva" come non mi capitava da un po'... da qui il mio grazie immenso a Fabio e ai suoi "compagni d'avventura" per le splendide emozioni che mi hanno regalato. Grazie anche a chi, in una corsa contro il tempo e sfidando tutto e tutti, mi ha permesso di partecipare a questa serata, avverando un mio sogno. Infine, ma non per ordine d'importanza, un "doveroso" e sentito grazie a chi, trasmettendomi la sua passione per la “musica con un’anima”, mi ha fatto conoscere il blues, mi ha insegnato a "sentirlo" e ha disseminato nel mio cammino magiche e incredibili emozioni.
 
Valentina dalla provincia di Pisa